Université de Chypre ‒ Mediapolis Europa
Colloquio Internazionale
dell’Osservatorio Scientifico
della memoria autobiografica scritta, orale et iconografica
‒ Nicosia, 1-2 novembre 2019 ‒
Tematica del volume
Auto/biografia :
premonizioni, sogni, incubi
ἐπάμεροι: τί δέ τις; τί δ᾽ οὔ τις; σκιᾶς ὄναρ ἄνθρωπος
(Essere effimeri! L’uomo è il sogno di un’ombra!)
Pindaro, VIIIe Piticae
We are such stuff as dream are made on,
and our little life is rounded with a sleep.
William Shakespeare, The Tempest
Le dormeur assemble des images comme le poète assemble des mots :
il en use avec plus ou moins de bonheur pour parler de soi à soi-même
Marguerite Yourcenar, Les Songes et les Sorts
Presentazione
Tutto ciò che accade a livello del sonno e del sogno ha sollecitato da sempre l’interesse umano. Sin dall’antichità il sogno è una componente misteriosa del vivere, intorno alla quale ci si pongono ancora molte domande. In diversi films e testi contemporanei si riaffaccia l‘idea antica del sogno inteso come anticipazione, premonizione, o condivisione di sentimenti collettivi. E le scienze indagano per spiegare razionalmente cosa accade nella mente.
Il colloquio internazionale che si terrà a Nicosia (Cipro) il 1 e 2 novembre 2019 si propone di trattare la maniera in cui i sogni strutturano dei racconti autobiografici. Ci si limiterà dunque a suggerire delle piste di riflessione su diversi approcci al sogno nel tempo, e attraverso il prisma di differenti discipline, restante il fatto che l’interesse di questo colloquio è di osservare e comprendere quali forme assume il sognare nella scrittura autobiografica.
L’io al singolare è stata una vera scoperta in Occidente, con Freud notoriamente, a tal punto che si è tralasciata la psicologia collettiva che si dissimula dietro i sogni. La psicanalisi con tutto il suo bagaglio teraupeutico al singolare, ha inciso sul modo stesso di concepire il sogno, allorquando nella storia della cultura il sogno si è iscritto anche nella storia delle idee e delle convinzioni etiche e religiose di una società.
Seguendo una linearità temporale e per sommi capi si può ricordare che nell’Antichità greco-romana due concezioni opposte si manifestano : l’una postula l’esistenza di un dialogo sotterraneo con i demoni (si veda per es. Il sogno che annuncia a Socrate la sua morte ne Il Critone di Platone) incarna l’amor fati, l’altra mette in primo piano la parresia, il parlare in pubblico francamente, come Foucault spiega e documenta con finezza nel suo studio sull’ermeneutica del soggetto in epoca greco-romana (Le courage de la vérité. Le gouvernement de soi et des autres, 1984). La parresia si pone come la scelta di un essere umano che intende assumersi eticamente in una trasparenza totale e nella verità di ciò che dice, rigettando l’oscuro, il notturno, il non detto, l’inesplicabile. Delle vere e proprie tecniche erano state sviluppate per pilotare il pensiero, la mente nelle sue pieghe più recondite
Seneca in una Lettera a Lucilio (n. 53), sottolinea che per poter raccontare si deve essere svegli, e che il sonno quando è profondissimo spegne anche i sogni. Solo una razionale consapevolezza filosofica potrà rompere la nostra letargia.
Secoli dopo Pascal nei Pensées, pubblicati postumi nel 1670, allerta a vigilare sul fragile confine fra veglia e sogno.
I sogni collettivi
Il racconto dei sogni può essere tessuto da storie soggiacenti alla cultura di appartenenza, condivise e reiterate.
L’iconografia medioevale dei sogni, per esempio, trova la sua fonte maggiore nell’Antico Testamento. Le figurazioni del sogno della scala di Giacobbe o i sogni di suo figlio Giuseppe vengono dalla Genesi; i due sogni di Nabuchodonosor da Il Libro di Daniele.
In una post fazione dal titolo « Du ‘moi’ du rêve au ‘je’ du récit et de l’image», Jean-Claude Schmitt mostra come il sogno nel Medioevo « pone la questione stessa della letteratura » (p. 234). Schmitt illustra che questa letteratura parte da un ‘me’ spettatore per arrivare a un ‘io’ narrante: passaggio che si realizza nel momento stesso della nascita delle letterature romanze, che non avrebbe potuto prodursi se non in una dimensione di rêverie.
Nel XX secolo, l’antico dialogo con i demoni s’interiorizza, si personalizza, e i sogni biblici o meravigliosi sono rimpiazzati a volte da un monologo fra ‘me’ e ‘sé’ come le (pseudo) memorie di Adriano (1951) di Marguerite Yourcenar, dove tutto un vocabolario modula realtà, attese, sogni. Il libro termina con una poesia dell’imperatore sul suo aldilà, Animula vagula, blandula… La parola vago è presente nei testi greci ed è ripresa da Leopardi per esempio, e da altri autori, intendendo con questo termine significare il fragile confine fra sonno, sogno, infinito, indefinito.
Nel nostro tempo la dimensione collettiva del sogno si è perduta o non sollecita – al di là di Jung e i suoi archetipi – una vera attenzione. Eppure poco a poco in alcune opere scritte e filmiche oggi si può osservare un interesse crescente verso le ricorrenze simboliche ed evocative o premonitrici dei sogni emergenti in una comunità. E l’arte che ha da sempre un lato visionario si rivela essere un terreno fecondo di suggestioni: dal Surrealismo, a Paul Klee (Angelus novus ,1919) a molte altre espressioni.
Federico Fellini è stato un maestro nell’articolare esperienza fattuale e sogni (si veda Amarcord, 1971).
Dalla Psicanalisi alle Neuroscienze
Si deve sottolineare che se la psicanalisi ha manifestato il suo interesse soprattutto verso il lato individualista dei sogni, parallelamente ha inaugurato lo studio del rapporto fra mito e sogni.
Oggi nel campo della psichiatria, delle neuroscienze e delle scienze pure, i racconti autobiografici dei sogni sono progressivamente diventati degli strumenti essenziali per comprendere delle patologie, dei processi di scoperte, delle funzioni del cervello dai percorsi imprevedibili di funzionamento. A questa dimensione sintomatica del sogno si aggiunge una funzione creatrice: degli scienziati rivelano che delle scoperte sono nate dai loro sogni. Le neuroscienze, munite di nuovi saperi, si interessano al mondo delle premonizioni per porre di nuovo l’antica questione: possono esserci degli indizi che il foro interiore riunisce incosciamente e rende significanti? I sogni sono la memoria dei nostri antenati? O al contrario, i sogni non sono che delle libere e creative associazioni che non hanno niente in comune con il passato e la nostra vita da svegli ? Come possiamo comprenderli attraverso racconti orali, scritti, iconografici ?
Bibliografia
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Filmografia
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Siti web
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https://www.epochtimes.it/news/5-scoperte-scientifiche-create-grazie-ai-sogni/
https://www.cairn.info/revue-cahiers-jungiens-de-psychanalyse-2002-1-page-109.htm
Linee di ricerca
I contributi potranno iscriversi in una o più linee direttrici di seguito segnalate, o su altre preferite.
Linea direttrice I
Rappresentazione della funzione onirica
Statuto individuale o sociale del sogno
Linea direttrice II
La scrittura del sogno: le sue tecniche, i suoi impedimenti, le sue sfide
Dimensione etica del sogno: realtà del sogno, immaginario del vero
Linea direttrice III
Descriversi attraverso il sogno
Il sogno come manifestazione del destino di sé stesso
Conferenzieri confermati
Beatrice Barbalato (Université de Louvain-la-Neuve, Mediapolis.europa)
May Chehab (Université de Chypre)
Yiannis Ioannou (Université de Chypre)
Comitato scientifico
Beatrice Barbalato (Université de Louvain-la-Neuve, Mediapolis.europa)
May Chehab (Université de Chypre)
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Yiannis Ioannou (Université de Chypre)
Comitato organizzativo
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Fabio Cismondi, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Maria Papandréou
Christina Stylianidou
Luogo
Université de Chypre
Nicosie, CHYPRE
URL de référence
Lingue accettate
Francese, inglese, spagnolo, italiano.
Per la comprensione degli interventi del colloquio è previsto un livello minimo di comprensione di queste lingue in quanto non è prevista la traduzione simultanea.
PAST EVENTS
- Mediapolis.Europa in radio fahrenheit
- Prof Beatrice Barbalato à France Culture La conversation scientifique