Raccontare la scienza: biografie e autobiografie di scienziati fra caso e necessità. Dal sapiente accademico al saggio-popolare, nella letteratura, nei films, nei video, nei fumetti.
Castello Guevara, Bovino (Foggia-Italia) 7-11 agosto 2013
XII incontro dell’Osservatorio scientifico della memoria scritta, orale, filmica, e del patrimonio autobiografico
Data di scadenza per la presentazione delle proposte : 15 Aprile 2013, (250 parole per la proposta, 100 per il breve curriculum), da inviare a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Da Archimede a Isaac Newton, Enrico Fermi, Albert Einstein, le autobiografie e biografie di uomini di scienza raccontano non solo dei percorsi straordinari nei loro campi specifici, ma una poetica del ‘farsi’ della scienza in cui caso, passione e immaginazione hanno un ruolo essenziale. Con la parola ‘scienza’ si fa riferimento al patrimonio di conoscenze afferenti nella tradizione alla filosofia della natura e ai principi matematici. Un patrimonio vasto, quello delle storie di vita di scienziati, una finestra aperta sulle espressioni letterarie del mondo scientifico.
È del 1895 la creazione del Premio Nobel, proprio quando storicamente il lavoro di équipe comincia a diventare imprescindibile per ogni scoperta. Una vasta bibliografia esiste sulla formazione dello spirito scientifico. Da Gaston Bachelard, La formation de l’esprit scientifique, Paris, Vrin, 1996; alla basilare disamina di Karl Popper, The logic of scientific discovery, London, Hutchinson, 1959; al racconto dell’avventura intellettuale dei fisici nucleari che hanno rivoluzionato la concezione scientifica: Etienne Klein Il était sept fois la révolution, Paris Flammarion, 2008 (2005), il viaggio attraverso i percorsi di personalità scientifiche sono innumerevoli. Inoltre, la retorica che sostiene il discorso di legittimazione e autolegittimazione scientifica è molto importante per comprendere il ruolo che lo stesso uomo di scienza si attribuisce, come illustra Pierre Bourdieu in Science de la science et réflexivité, Paris, Raisons d’agir, 2001. Bourdieu mostra come da un lato, nella descrizione del proprio operato siano seguiti particolari protocolli di scrittura affinché la ricerca risulti oggettiva; e da un altro lato mostra come in altri contesti le stesse persone tendano a soggettivare i propri risultati come frutto di creatività e di intuizione personale. Proprio come nell’aneddotica di un tempo, che enfatizzava l’importanza del caso, che rendeva allora meno determinante per certi aspetti il fattore umano. Marcel Jousse ne L’anthropologie du geste, rileva giustamente che ‘il caso’ è frutto dell’ossessiva osservazione da parte di molti inventori, facendo riferimento anche a Newton. (Marcel Jousse, l’anthropologie du geste, Paris, Gallimard, 1974).
Sappiamo anche che Newton - che pur sosteneva di inscriversi nel solco di una ben precisa tradizione scientifica, quale erede dei metodi di Copernico e Galileo: If I have seen further it is by standing on the shoulders of giants - , volle dare di sé l’immagine di un uomo di scienza intuitivo, raccontando prima di morire a quattro persone diverse il nesso fra l’osservazione della caduta della mela e la sua scoperta delle leggi sulla gravitazione terrestre.
« Tout processus d’invention - scrive Etienne Klein - puise également dans l’imaginaire, s’appuie sur l’intuition, sur des métaphores ou des analogies qui constituent en parallèle des concepts et des énoncés, comme une ‘poétique’ de la science en train de se faire. La courbure d’un tempérament, la force d’une conviction, l’obsession d’un questionnement peuvent porter une découverte, parfois même y conduire». E. Klein, Il était sept fois la révolution, op. cit., p. 16. Klein ricorda come l’opera d’Arthur Schopenahuer Il mondo come volontà e rappresentazione, sia presente nella vita di diversi scienziati. Una lettura costante, quella di Schopenhauer, anche di Ettore Majorana, il fisico scomparso misteriosamente nel 1938, figura complessa sulla quale lo stesso Klein è intervenuto durante il colloquio 2012 del nostro Osservatorio.
L’incontro 2013 intende dare anche rilievo alla letteratura dal basso (v. punto 3b, infra). Si parlerà durante il colloquio sia di personalità acclarate, che di sapienti-popolari. Questi ultimi definiscono il loro ‘successo’ e la loro individualità sulla pratica delle loro azioni in un contesto specifico, che li riconosce come guaritori, agronomi, interpreti del cosmo.
1) Soggettività e scienza. Non si può non pensare al saggio di Foucault “Classer”, alla sua analisi sul tornante del discorso scientifico. Il passaggio da un’enciclopedica enumerazione ad una visione rinnovata della scienza, avviene per una ragione e in un momento precisi della storia della filosofia: «c’est que les signes faisaient partie des choses, tandis qu’au XVIIème siècle ils deviennent des modes de la représentation». Michel Foucalt, “Classer”, in Id. Les mots et les choses, Paris, Gallimard, 1966, p. 141. È proprio la sottrazione, le manque, afferma Foucault qualche paragrafo più avanti, che, sfrondando l’eccesso di informazioni, costruisce la griglia a priori che permette una classificazione strutturata. Foucault cita nella prefazione Fictiones di Borges, per marcare con convinzione quanto una tassometria esasperata equivalga paradossalmente ad una informazione zero. Se il sapere non va solo scoperto, ma rappresentato, la mediazione dell’individuo prende un posto di primo piano.
2) L’aspetto etico: Che rapporto oggi si può stabilire fra scienza ed etica? Quale importanza occupa la consapevolezza delle ricadute delle scoperte e applicazioni della scienza nelle autobiografie e biografie? Oggi la settorializzazione delle competenze rende più oscura la responsabilità individuale.
Il carteggio Einstein-Freud ha posto l’accento sulla guerra e sull’influenza, che sull’umanità tutta gli uomini sapienti possono avere. La lunga riflessione di Foucault sulla condanna morale di Oppenheimer da parte del governo USA, per aver espresso opinioni non favorevoli all’energia atomica, e sul potere della scienza dopo la Seconda Guerra Mondiale, lascia molte domande senza risposta riguardo la legittimità della relazione scienza-potere. Friederich Dürrenmatt nella commedia Die Physiker (1961) tratta della responsabilità della scienza, come aveva nell’opera Galileo già anticipato Bertolt Brecht.
3 - a) La ricerca di legittimità riguarda il sapere accademico come il sapere comune. In entrambi i casi vi è l’ansia di accreditare con spiegazioni e descrizioni ‘oggettive’ l’operato che aspira alla definizione di ‘scientifico’. In questa ansia di riconoscimento è esemplare non solo un’autobiografia come quella di Nikola Tesla (My Inventions: The Autobiography of Nikola Tesla, 1919), che testimonia del desiderio di rivendicare dei primati che gli sono stati negati, o non sufficientemente posti in auge, ma riguarda anche il contadino-sapiente, agronomo o cosmologo, che con modalità diverse postula l’ampia condivisione del proprio sapere, almeno nel suo contesto.
3 - b) Dario Fo (Nobel per la letteratura 1997) ha recentemente sottolineato in un’intervista parlando di suo nonno, esperto di agronomia, che la conoscenza di un contadino era vicina alla mitologia: «sapeva tante cose attraverso l’empiria, il ripetersi delle stagioni o degli eventi atmosferici. Un nonno Bistin che sapeva vedere le connessioni nei sistemi naturali, un’abilità che a volte lo scienziato tende a scartare nei suoi studi, perché ciò che non si può spiegare con delle regole certe non è scienza. Mi faceva assaggiare un pezzetto di peperone e mi chiedeva che gusto aveva. Era dolce e mi diceva che era così perché era vicino ai pomodori. Le piante si parlano, si influenzano a vicenda », “Le voci della terra. Dialogo sulla Natura con Dario Fo”, Intervista di Carlo Petrini, La Repubblica, 12 agosto 2012.
Un classico della letteratura dal basso è il libro Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg (1976) che riporta i due processi per eresia (1532) subiti dal mugnaio Domenico Scandella a causa della sua personale concezione cosmogonica. Nella prefazione Ginzburg riporta l’analisi del metodo per lo studio della "storia dal basso".
Comprendere la struttura del raccontarsi del sapiente contadino o guaritore è un aspetto che chiama in causa una relazione primordiale dell’uomo con la scienza e soprattutto con le scienze naturali.
Questo colloquio prosegue l’incontro 2012 del nostro Osservatorio sull’Ethos dello scienziato, ponendo in particolare l’accento sulle autobiografie di gente comune, e si ricollega per alcuni aspetti anche al tema del 2011 Tessere i racconti del sé fra fato e teleologia.
Le proposte potranno riguardare la letteratura, il cinema, i video, i fumetti. In sintesi gli argomenti centrali sono essenzialmente: il rapporto tra caso e necessità; individualità e appartenenza a una “community” scientifica; memoria, scrittura, costruzione auto/biografica; edificazione dell’ethos.
Nell’ambito del colloquio è prevista una tavola rotonda sui temi sopra elencati, finalizzata a sintetizzare e discutere interdisciplinariamente i punti comuni toccati dai singoli interventi. Chi fosse interessato a partecipare, potrà segnalarlo insieme alla proposta.
Il colloquio si terrà presso il Castello Guevara a Bovino (Foggia-Italia) dal 7 all’11 agosto 2013. Le relazioni saranno di 30 minuti più 10 minuti di discussione.
Ciascuno potrà esprimersi nella propria lingua, compatibilmente con la possibilità di comprensione dell’uditorio (fino ad oggi italiano, inglese, francese, e spagnolo sono state le principali lingue di scambio).
Gli interventi potranno (dietro lettura dei referees) essere pubblicati nella rivista annuale tematica: Mnemosyne o la costruzione del senso, Presses Universitaires de Louvain.
La quota di iscrizione è di 80,0 euro.
-Alcuni riferimenti bibliografici:
-Gaston Bachelard, La formation de l’esprit scientifique, Paris, Vrin, 1996.
-Karin Knorr Cetina, The Manufacture of Knowledge : An Essay on the Constructivist and Contextual Nature of Science, Oxford, Pergamon Press, 1981.
-Friedrich Dürrenmatt, Die Physiker, 1961 (Torino Einaudi, 1972).
-Michel Foucault intervistato da Alessandro Fontana et Pasquale Pasquino, Microfisica del potere: interventi politici, Torino, Einaudi 1977, pp 3-28), Intervista ripresa in M. Foucault, Dits et écrits, Paris, Gallimard, v. II, 1976-1988, Édition établie sous la direction de Daniel Defert et François Ewald avec la collaboration de Jacques Lagrande, pp. 155-156.
-Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi, Torino, Einaudi, 1976.
-Etienne Klein, Il était sept fois la révolution, Albert Einstein et les autres, Paris, Flammarion, 2005.
-Marcel Jousse, l’anthropologie du geste, Paris, Gallimard, 1974.
- Karl Popper, The logic of scientific discovery, London, Hutchinson, 1959.
Per quanto concerne le metodologie di analisi e conservazione di testi auto/biografici:
- Beatrice Barbalato, Albert Mingelgrün, dir., Télémaque-Archiver et interpréter les temoignages autobiographiques, Presses Universitaires de Louvain, 2012.
- Philippe Lejeune, Le Pacte autobiographique, Paris, Seuil, 1975.
- Jean Starobinski, « Le progrès de l’interprète », in Id. La relation critique, Paris, Gallimard, 2001 (1970).
Auto/biografie / cultura / scienza. Nuove sessioni
XII incontro dell’Osservatorio scientifico della memoria scritta, orale, filmica e del patrimonio autobiografico - Castello Guevara Bovino (Foggia-Italia),
7 -11 agosto 2013.
Un abstract di 250 parole (max), con la menzione di due testi di riferimento, e un breve CV (max ; 100 parole), potrà essere inviato entro il 15 Aprile 2013 a :
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Queste nuove sessioni si inscrivono nell’incontro già annunciato Raccontare la scienza: biografie e autobiografie di scienziati fra caso e necessità, (secondo incontro sullo stesso tema, essendo il I : L’ethos dell’uomo di scienza e le sue forme di rappresentazione).
Sul sito http://mediapoliseuropa.com/ > Symposium, si possono leggere le sintesi degli interventi del 2012.
Un matematico, un fisico, un esperto di scienze naturali si racconta per diverse ragioni, vuole - adottando una retorica diversa da quella utilizzata nel suo lavoro abituale – probabilmente rendere accessibile al gran pubblico un sapere decifrabile solamente da specialisti. È il caso dell’autobiografia di Charles Darwin, e nella nostra contemporaneità d’Eric Kandell, di Rita Levi Montalcini, e di altri uomini di scienza. Oggi la televisione e il cinema enfatizzano fino all’estremo questa possibilità di raccontare e di raccontarsi.
Delle immagini poliedriche sono risultate dal colloquio 2012 su L’ethos degli uomini di scienza, che permettono di suggerire nuove sessioni per il 2013 :
1-Anedottica e Storia. Biografie immaginate o reinventate : da Archimede ad oggi l’immagine che abbiamo di uomini di scienza è spesso arbitrariamente ricostruita. Soprattutto se le scoperte sono basilari a un certo momento della storia. La sparizione del fisico Ettore Majorana ha nutrito molte biografie (ved. incontro 2012) : è stato il suo impegno nella fisica atomica che lo ha indotto a suicidarsi o a nascondersi ? Non abbiamo che supposizioni a questo proposito, ma questo evento tragico ha fatto colare fiumi di inchiostro.
2- Scienza e potere è un tema molto presente nei romanzi, nel teatro, nel cinema, nei documentari. Dal film Dr. Mabuse di Fritz Lang (1922 > 1960), alla pièce di Bertolt Brecht Galileo (1938 > 1955), alla commedia Die Physiker (1961> 1962) di Friederich Dürrenmatt dove Möbius simula d’essere folle per evitare che la sua scoperta cada nelle cattive mani, questo tema è al centro della relazione scienza-potere. Ricordiamo tra altri anche il film Dr. Strangelove de Stanley Kubrick (1964).
3-Autobiografia e scienza : delle note personali popolano gli scritti scientifici : Vesalio, Cuvier hanno fatto ‘scivolare’ delle riflessioni in prima persona nei loro protocolli scritti. L’urgenza autobiografica, il desiderio di comunicare appaiono in tutta la loro portata.
4- Scienza e media. Dei documentari raccontano la vita di uomini di scienza. Come la loro vita è rappresentata ? Quali fili sono tessuti per raccontare il percorso di Marie et Pierre Curie, di Charles Darwin, di Margherita Hack, di Rita Levi Montalcini ? Attraverso delle interviste, delle interpretazioni filmiche, ecc., il racconto della loro vita prende forma.
5-Letteratura e scienza : Quali sono le letture degli uomini di scienza ? Amano la letteratura ? Negli scritti di Rita Levi Montalcini la poesia di Rilke e Yeats è onnipresente, e Il mondo come volontà e come rappresentazione sembra essere una lettura di molti scienziati. Eric Kandell interfaccia la sua autobiografia di neuroscienziato (premio Nobel nel 2000) con la Recherche di Proust.
Ciascuno potrà esprimersi nella propria lingua, compatibilmente con la possibilità di comprensione dell’uditorio (fino ad oggi italiano, inglese, francese, e spagnolo sono state le principali lingue di scambio).
Gli interventi potranno (dietro lettura dei referees) essere pubblicati sul numero 7 della rivista annuale tematica: Mnemosyne o la costruzione del senso, Presses Universitaires de Louvain.
Comitato scientifico:
Beatrice Barbalato, Directeur de la revue Mnemosyne, o la costruzione del senso, PUL, Université catholique de Louvain.
Fabio Cismondi, Fusion for energy-European Union
Albert Mingelgrün, Université Libre de Bruxelles
Giulia Pelillo, Universität Heidelberg
Edgar Radtke, Universität Heidelberg
Organizzazione:
Irene Meliciani, management, asbl de Mediapolis Europa
Michele Lenoci
SIPARIO, Società cooperativa Bovino
PAST EVENTS
- Mediapolis.Europa in radio fahrenheit
- Prof Beatrice Barbalato à France Culture La conversation scientifique